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Servizio d’informazione a 360°
Tutto quello che dovete sapere
 
In questa sezione troverai tutto quello che c’è da sapere nel mondo dell’auto e non solo. Cliccando QUI o QUI si aprirà un mondo pieno di curiosità. Una guida ideale per possessori di autoveicoli con i consigli relativi ai principali argomenti in materia. Tra gli approfondimenti troverai inoltre varie informazioni di ogni genere, dalla A alla Z. Non sei curioso?

 


Domanda……
Quanto ci costa verniciare una calotta specchio?
 
Un lavorone da artista!!
Noi carrozzieri lo sappiamo bene. Cominciamo con la carteggiatura. Un addetto non specializzato è sufficiente; più un foglio di carta per carteggiare e la mascherina antipolvere per proteggere le vie respiratorie. Occorre carteggiare in una zona aspirata, per evitare che la polvere di carteggiatura finisca a terra e magari nell’ambiente circostante, essendo particolarmente leggera. Se l’operazione viene svolta in una zona di preparazione, va cambiato il filtro quando esausto, per poi farlo smaltire da chi si occupa di rifiuti speciali e tossici. Bisogna preparare la vernice: si tratta di un minimo quantitativo; per questo, meglio affidarsi a un addetto esperto che dovrà sicuramente modificare la formula per una grammatura fuori standard. Ci sono vernici semplici e poco costose, altre molto complesse e costose. In alcuni casi, per ottenere l’effetto cromatico perlato per esempio, si deve verniciare più volte la calotta specchio con colori diversi.
Dobbiamo disporre di un buon quantitativo di basi per accontentare tutte le richieste di colori dei nostri clienti. Per preparare la vernice, oltre alle basi, serve una bilancia collegata con un software per il quale occorre pagare gli aggiornamenti (formule nuove, basi nuove ecc.). Ora l’addetto può accendere il forno, solo in aspirazione, oppure anche in riscaldamento, a seconda della temperatura esterna, per ottenere almeno 15/18 gradi. Raggiunta la temperatura, l’addetto entra nel forno e fissa la calotta specchio su un supporto per poi preparare l’aerografo con la vernice da spruzzare. Ora l’addetto indossa la tuta per la verniciatura, si mette la maschera e comincia a verniciare. Nel caso di verniciature monostrato, si può procedere con la cottura, alzando la temperatura nel forno. Che brucia metano, gpl, gasolio o energia elettrica. Per le vernici metallizzate, micalizzate e perlate, vanno applicati altri strati. Per esempio, nei perlati vengono spruzzate due basi di colore diverso e il trasparente, prima di portare la temperatura del forno a 60 gradi. L’addetto, alzata la temperatura nel forno, procede con la pulizia degli areografi che ha utilizzato per le basi e per il trasparente, utilizzando l’emulsione adatta per eliminare residui di vernice nel lava pistole. Emulsione che, oltre al prezzo d’acquisto, costa in smaltimento, sempre presso le aziende preposte alla raccolta di rifiuti speciali. Dopo la cottura e il raffreddamento della plastica, la calotta è pronta per il montaggio.


Più sporchi, più bassa la tariffa
Quelli elencati sono i passaggi per una lavorazione a regola d’arte, nel pieno rispetto delle normative con le variabili tecniche che decidono il costo della lavorazione. Poi ci sono le variabili di “mercato”, quelle che fanno veramente la differenza sul prezzo. Certo. Perché se si evita di utilizzare il forno e si vernicia all’aperto, magari senza protezioni individuali, espirazioni filtri e smaltimenti, si abbattono un sacco di costi. Esistono quelli che un lavoro semplice come la verniciatura di una calotta la fanno fare al “pensionato” o al “ragazzino”, che non risulta assunto dalla carrozzeria. Sembra incredibile, ma ci sono anche carrozzerie che si scordano, spesso, di pagare i fornitori di vernice. Quindi, il materiale utilizzato non è un costo.


Morale della favola
Fare paragoni di costo in Italia è giusto. Ma si deve tenere conto che vi sono realtà (ovunque, non solo al Sud Italia) che “tirano a campare” nel sommerso, non controllati dagli organi competenti. Se invece ci fossero serie verifiche, i furbetti non verrebbero sanzionati ma sarebbero costretti a chiudere! Il committente (il cliente, l’automobilista) sa che può girare tante carrozzerie per ottenere il prezzo migliore, magari facendo pagare una parte di costo all’ambiente e al futuro della salute dei suoi figli. In un mercato in forte crisi, con il privato spinto al risparmio e la flessione dei prezzi verso il basso, se il committente si piega alla logica del prezzo, accetta lavorazioni da carrozzerie insalubri, allora fa chiudere la parte di artigianato sana di questo Paese. Occhio: chi paga le tasse e rispetta l’ambiente è in seria difficoltà per colpa di una concorrenza sleale del collega delinquente.

 
 


Foglio rosa
Regole da rispettare e sanzioni
 
Prima di prendere la patente ogni guidatore passa per il foglio rosa, che è l’autorizzazione ad esercitarsi alla guida prima di divenire a tutti gli effetti patentati. Anche il foglio rosa, proprio come la patente, ha la sua regole da rispettare, ed infrangerle vuol dire andare incontro a diverse sanzioni. Per non incorrere in alcuna contravvenzione è dunque opportuno fare un po’ di chiarezza sull’argomento. Procediamo per gradi. Come dicevamo il foglio rosa rappresenta il primo passo per ottenere la patente.


Con esso è possibile esercitarsi alla guida con la propria auto, anche se quest’ultima non è munita di doppi comandi, a patto però che si sia accompagnati da una persona in possesso di uno di questi requisiti:
• patente B italiana da almeno dieci anni;
• patente di categoria C o D, anche da meno di dieci anni;
• età non superiore a sessant’anni
Per ottenere il foglio rosa, ha la validità di 6 mesi, l’aspirante guidatore deve seguire tutto l’iter necessario all’ottenimento della patente. Dovrà quindi prima di tutto fare richiesta di rilascio di una patente presentando tutta la documentazione richiesta. Solamente dopo aver superato il primo esame, quello teorico, si otterrà dalla motorizzazione civile l’autorizzazione ad esercitarsi alla guida. Oltre alla presenza di un accompagnatore con uno dei requisiti già elencati, l’esercitazione alla guida con il foglio rosa è soggetta ad altri vincoli.


Tra questi ricordiamo:
• per gli autoveicoli, l’esposizione anteriormente e posteriormente all’autoveicolo del contrassegno “P” o “Autoscuola”; i limiti di velocità che dovranno essere rispettati sono i medesimi previsti per i neopatentati.
• per i motoveicoli la guida in ore e luoghi non trafficati;
Non è più necessario aspettare i diciotto anni per ottenere il foglio rosa, che ora può essere rilasciato anche a diciassette anni. Ma in questo caso sarà necessario effettuare prima almeno 10 ore di guida in un’autoscuola. Di queste dieci ore almeno quattro dovranno essere trascorse in autostrada o su strade extraurbane e due di notte. Tra le altre cose da sapere, il fatto che è obbligatorio il rilascio dell’autorizzazione da parte dell’ufficio del Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi.


L’esame di teoria non deve essere sostenuto dagli aspiranti guidatori che hanno già la patente di guida di categoria A e vogliono la patente di categoria B. Si ricorda che l’esame pratico non potrà essere sostenuto prima di un mese dalla data del rilascio del foglio rosa. Ma attenzione a questo aspetto: se si viene bocciati due volte o non si riesce a sostenere l’esame pratico entro i 6 mesi di validità del foglio rosa, sarà purtroppo necessario ripetere tutto dall’inizio, compreso quindi l’esame di teoria. Infine, si ricorda che se si guida senza foglio rosa o senza essere affiancato da istruttore di guida o da soggetto abilitato, oppure senza l’esposizione del contrassegno “P”, si incorre in sanzioni amministrative. E’ l’art.122 del nuovo codice della strada che a tal proposito deve essere consultato.
Esso stabilisce che pagamento di una somma che per chi guida senza foglio rosa sia prevista una multa fino a circa 1600,00 euro.  Alla violazione consegue la sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per tre mesi.

 
 


Pneumatici
Quando sostituirli
 
Assicurare il perfetto stato di integrità degli pneumatici al proprio veicolo è indispensabile per viaggiare in assoluta sicurezza e tranquillità. In tanti, distratti dalle innumerevoli faccende della vita quotidiana, si dimenticano di rivolgere l’attenzione necessaria al proprio veicolo, constatando che sia tutto perfettamente funzionale. Per essere sicuri di spostarsi in piena sicurezza basterebbe verificare ogni settimana gli pneumatici, così da avere sotto controllo parametri importanti quali la profondità della scultura del battistrada, la pressione di gonfiaggio, eventuali danneggiamenti ai fianchi e segni di usura irregolare. Se da soli non si riesce a stabilire ciò, ci si può rivolgere ad uno specialista, che si pronuncerà sulle condizioni degli pneumatici.  Ci sono dunque dei casi in cui gli pneumatici necessitano di essere sostituiti, eccoli di seguito.


La foratura
Gli pneumatici moderni sono solidi, studiati per resistere in diverse situazioni. Tuttavia, può sempre capitare di incorrere in una foratura. In tali circostanze compito del gommista è ispezionare lo pneumatico per verificare se ci sono altri danni, stabilendo così come procedere (se con la riparazione o la sostituzione) per ripristinare la funzionalità del veicolo e la sicurezza a bordo.


L’usura fino al limite di legge
L’usura degli pneumatici va controllata regolarmente. Un modo molto semplice per controllare l’usura degli pneumatici esiste: degli indicatori di usura sono piccole barrette in rilievo posizionate sul fondo degli intagli. Se si notano queste barrette vuol dire che gli pneumatici non potrebbero più assicurare un adeguato livello di sicurezza. Inoltre si sta infrangendo la legge.


L’invecchiamento
Prevedere con esattezza la durata di uno pneumatico è impossibile, in quanto anche la data di produzione non è un fattore determinante. Anche l’utilizzo non determina l’invecchiamento degli pneumatici, mentre ad influire sulla sua durata intervengono molteplici elementi: la temperatura, lo stato di manutenzione, le condizioni di conservazione e utilizzo, il carico, la velocità, la pressione e lo stile di guida.


Il danneggiamento
Ci sono delle situazioni in cui uno pneumatico può subire un grave danneggiamento. Capita ad esempio in caso di impatto con un oggetto presente sulla carreggiata come un marciapiede, una buca o un oggetto acuminato. Ogni perforazione, lacerazione o deformazione visibile deve essere fatta ispezionare da uno specialista, il quale capirà se lo pneumatico debba essere riparato o sostituito. Usare pneumatici danneggiati, non sottoposti al vaglio di uno specialista, significa compromettere la propria sicurezza e quella delle altre persone a bordo.


Usura anomala
Ci sono anche dei casi in cui si presenta un’usura anomala dello pneumatico (a chiazze, al centro, ai bordi). Questo tipo di usura può essere indice di problema meccanico, legato alla geometria del veicolo od una errata equilibratura delle ruote. Tra le cause più comuni all’origine di un’usura anomala vi sono le seguenti:
• L’ usura su uno dei bordi indica che la ruota non è equilibrata o allineata nel modo giusto.
• L’usura su entrambi i bordi indica che il pneumatico è sottogonfiato.
• L’usura lungo la zona centrale dello pneumatico indica che la pressione di gonfiaggio è eccessiva.

 
 


Rinnovo patente
Per i residenti all’estero
 
Tutti sanno che la patente di guida ha una scadenza nel tempo, che è indicata sul documento stesso. Bisogna dunque porre una grande attenzione a tale data di scadenza, in vista della quale si deve effettuare il rinnovo della patente per continuare a circolare nel pieno rispetto della legge. Se per gli italiani che continuano ad abitare e circolare con il loro veicolo in Italia la procedura di rinnovo patente è piuttosto semplice, le cose si complicano un po’ per gli italiani che risiedono all’estero.


Ogni Stato ha in materia le sue regole, perciò le patenti del proprio paese d’origine non vengono riconosciute ovunque. Bisogna quindi informarsi sulle modalità vigenti del Pese in cui ci sposta per non incorrere in sanzioni di alcun tipo. Ciò che in primis occorre sapere è che per i residenti all’estero in un paese dell’Unione Europea alla scadenza della patente di guida non è possibile fare il rinnovo. La procedura non viene riconosciuta né dall’ambasciata, visto che non fa parte dei suoi compiti, né dalla motorizzazione della propria città di origine, visto che, se si è correttamente iscritti all’AIRE, non si risulta più essere residenti in Italia. Allora, cosa fare? Per poter continuare a guidare la macchina è necessario effettuare la conversione della propria patente.


Andiamo per gradi e vediamo come muoversi. Il primo passo da compiere è quello di recarsi presso l’ufficio della Motorizzazione Civile italiana in cui è stata fatta la patente e richiedere una “dichiarazione di autenticità della patente. Questa richiesta può essere fatta su un modulo o semplicemente in forma scritta. Ciò avrà un costo (tramite marca da bollo) di € 14,62. Nel giro di un paio di giorni la pratica dovrebbe essere sbrigata. Il passo successivo è quello di far tradurre questa dichiarazione da un traduttore giurato, in modo tale da poterla presentare insieme agli altri documenti. Ora si potrà preparare la domanda. I documenti che servono per la conversione della patente italiana sono:
• il passaporto o la carta d’identità
• una fototessera non più vecchia di 6 mesi
• la vecchia patente italiana
• la dichiarazione di autenticità della patente
• il modulo di richiesta compilato


Il costo della richiesta per la nuova patente, nel caso in cui la città in cui si risieda sia Vienna, è di € 60,50. In base al luogo in cui si abita ci si dovrà informare su dove inoltrare la propria domanda. Alla consegna dei moduli viene chiesto se si desidera consegnare direttamente la patente vecchia. In tal caso quella nuova sarà spedita a casa per posta. Per portare a termine l’intera procedura in genere necessita all’incirca di una settimana lavorativa. E’ da tenere presente che a differenza di quanto accade in Italia, in altri Paesi, come ad esempio l’Austria, la patente non ha scadenza. Questo vuol dire che poi si potrà stare tranquilli, poiché non sarà necessario effettuare un rinnovo dopo 10 anni. L’importante, ad ogni modo, è informarsi della procedura per tempo.
 
 


Strisce blu e multe
Facciamo chiarezza
 
Quello delle multe per la sosta oltre orario sulle strisce blu è un argomento assai spinoso. A lungo si è dibattuto ed a lungo sono andate avanti le dispute tra Comuni e cittadini. Ma nei mesi scorsi si è arrivati finalmente ad una decisione riguardo allo sforamento d’orario sulle strisce blu. La decisione è che sono i singoli Comuni ad avere “potere”. La regolamentazione della sosta è infatti materia di competenza comunale. A ciò si è arrivati in seguito ad un incontro tenutosi pochi mesi fa tra i ministri dell’Interno e delle Infrastrutture, Angelino Alfano e Maurizio Lupi, ed il sindaco di Torino, Piero Fassino, quale presidente dell’Anci. In seguito a tale incontro si è stabilito che è il Comune ad avere facoltà di irrogare penali o sanzioni pecuniarie nei confronti degli automobilisti che sostano oltre il termine per cui hanno pagato.


Quanto alle penalità per il mancato pagamento che i comuni possono prevedere, esse devono essere improntate a criteri di commisurazione e ragionevolezza rispetto alla tariffa richiesta per la sosta. Insomma, ciò vuol dire in parole semplici che non ci si potrà ritrovare a pagare multe dalle cifre esorbitanti se non si sono versati due euro per il parcheggio. La penalità in questi casi non può essere vessatoria. Si è riuscito a salvaguardare il principio che se da un lato i cittadini devono rispettare le leggi, anche gli amministratori devono farlo, non potendo interpretarle a loro modo.


Risulta importante l’aver stabilito che le multe non possono essere utilizzate come tassazione indiretta a tutto danno dei poveri cittadini. Le multe a coloro che sostano nelle zone a strisce blu oltre il tempo per il quale si è pagato possono essere fatte soltanto se i comuni hanno adottato una “specifica previsione”. Al centro dell’attenzione è stato posto un interessante quesito: chi sosta nelle strisce blu oltre l’orario per il quale ha regolarmente pagato merita una sanzione oppure deve solo saldare la parte mancante della tariffa? Il ministero dei Trasporti si è così espresso sulla questione: nei casi di pagamenti in misura insufficiente, l’inadempienza implica il saldo della tariffa non corrisposta.


In pratica in questi casi non è prevista la multa, poiché il nostro Codice della strada parla chiaro: in materia di sosta, gli unici obblighi sono indicati dall’articolo 157, comma 6, e sono precisamente l’obbligo di segnalare in modo chiaramente visibile l’orario di inizio della sosta, se questa è concessa per un tempo limitato, e l’obbligo di mettere in funzione il dispositivo di controllo della durata della sosta. Quanto, invece, al modo in cui recuperare i mancati pagamenti, ancora una volta sono le amministrazioni locali ad avere potere decisionale. Esse possono affidare al gestore del servizio le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti, compresi il rimborso delle spese e le penali, che vengono stabilite con apposito regolamento comunale, secondo le indicazioni e le limitazioni fornite dal Codice Civile e dal Codice del Consumo.
 
 


Cambio gomme invernali/estive
Cosa sapere
 
Gli automobilisti non devono mai smettere di informarsi se non vogliono incorrere in salate sanzioni. Tra gli argomenti che è bene conoscere c’è il cambio gomme invernali-estive, questione che non va affatto trascurata. Le multe che possono piovere addosso agli ignari o distratti automobilisti che non effettuano il cambio gomme possono infatti arrivare fino ai 1.682 euro. Una cifra che si può risparmiare se si conosce la procedura da seguire, che ora scopriremo insieme. La data da ricordare è il 15 aprile, giorno in cui cessa in tutta Italia l’obbligo di viaggiare con pneumatici invernali o catene a bordo. Chi ha scelto di montare le gomme invernali deve sostituirle entro metà maggio. Il nostro codice, infatti, stabilisce che non si può circolare d’estate con gli pneumatici M+S con codice di velocità inferiore a quello indicato sulla carta di circolazione. Chi non rispetta le regole si espone al rischio di una salata multa, che va dai 419 ai 1.682 euro. Ed oltre a dover sborsare questa cifra si aggiungono altre due misure a danno dell’automobilista che infrange la legge: egli si vedrà ritirare la carta di circolazione ed il suo veicolo verrà inviato in revisione. Essendo la questione piuttosto controversa, al punto da gettare nel panico diversi automobilisti, è bene fare un po’ di chiarezza sugli aspetti meno chiari. In tanti non hanno ben compreso cosa effettivamente voglia dire “essere in regola”, se hanno o non hanno l’obbligo di cambiare pneumatici, e per quale motivo. Vediamo quindi di procedere per gradi, dando una risposta alle domande più frequenti.


Cosa sono gli pneumatici M+S?
A molti non è chiaro cosa si intenda per pneumatici M+S. Questa marcatura (cioè mud and snow, in italiano: fango e neve) serve ad identificare pneumatici costruiti per avere grip su più tipologie di terreni, a prescindere dalla stagione. Per il nostro codice tale sigla definisce gli pneumatici come “invernali”. Ciò vuol dire che se sulle vostre gomme compare questa sigla e state attraversando strade in cui vige l’obbligo di pneumatici invernali, non avete nulla da temere: per il legislatore italiano siete in regola.


In quali casi si può essere multati fino a 1.682 euro?
Il codice stabilisce che dal 16 maggio e sino al 14 ottobre è vietata la circolazione con pneumatici M+S con codici di velocità inferiori a quelli riportati sul libretto. Questa infrazione viene punita con delle sanzioni (da 419 a 1.682 euro), ma anche con il ritiro della carta di circolazione e l’invio in revisione del veicolo. Solo dopo il 15 ottobre viene permessa di nuovo la circolazione con pneumatici M+S con codici di velocità inferiori a quelli riportati sul libretto.


Si può circolare d’estate con gomme M+S con la montagna e il fiocco di neve?
Si può circolare, ma solo a condizione che venga rispettata la regola del codice di velocità, la quale non deve essere inferiore a quanto prescritto dal Costruttore e quindi indicato sul libretto di circolazione.
Gli automobilisti con gomme M+S con codice velocità superiore a quello consigliato dal costruttore possono usarle in estate e/o in inverno?
Risposta affermativa. Anche in questo caso non bisogna scendere al di sotto delle specifiche scritte sul libretto di circolazione.

 
 


Data di fabbricazione e durata dei pneumatici
Chiarimenti
 
La data di fabbricazione del pneumatico è una informazione che deve essere riportata obbligatoriamente sul fianco del pneumatico. Ha lo scopo di consentire al produttore (non al consumatore) di identificare il prodotto una volta immesso sul mercato.
Dall’inizio degli anni 2000 la data di fabbricazione (o produzione) è composta da quattro cifre, le prime due indicanti la settimana e le seconde due l’anno (es:2712 significa prodotto durante la 27ª settimana del 2012).
Può essere inclusa nella marcatura DOT - un codice alfanumerico che riporta anche il luogo di fabbricazione e altre indicazioni. 
La sigla DOT è una marcatura NON OBBLIGATORIA nella Unione Europea, infatti, è l’acronimo del Ministero dei Trasporti USA (per esteso Department of Transportation).


Data di fabbricazione del pneumatico e DOT sono quindi due marcature ben diverse tra loro sia per contenuto tecnico che per valenza normativa, entrambe senza alcuna attinenza specifica con la durata del prodotto.
Ma quanto dura un pneumatico? A parità di prodotto, la durata è principalmente influenzata da due fattori. Innanzitutto le condizioni di utilizzo: una combinazione tra stile di guida e veicolo sul quale il pneumatico è montato. A ciò si aggiunge stato di conservazione, manutenzione periodica e corretto immagazzinamento.
Per condizioni di utilizzo si intendono: carichi, velocità, mantenimento delle pressioni di gonfiaggio, tipologia e condizioni delle strade, urti dovuti a buche/marciapiedi, esposizione ad agenti atmosferici (sole, acqua, ecc.). 
Per condizioni di immagazzinamento si intendono invece tutti quei fattori che possono influire sull’invecchiamento del prodotto: temperatura, umidità, fonti di calore, luce e raggi ultravioletti, contatto o vicinanza con altre sostanze quali ad esempio solventi, idrocarburi, olii e grassi, ecc.
Sul sito www.pneumaticisottocontrollo.it sono consultabili e scaricabili le raccomandazioni europee.


La durata di un pneumatico dipende da una serie di elementi diversi, non prevedibili all’atto della produzione, e quindi non è possibile determinarla preventivamente. Infatti, a livello normativo, non esistono prescrizioni o limitazioni di impiego direttamente riferite e/o collegabili alla data di fabbricazione, né effetti specifici sulle condizioni commerciali.
 Il Gruppo Produttori Pneumatici di ASSOGOMMA e FEDERPNEUS consigliano da sempre agli automobilisti di rivolgersi ad un Rivenditore Specialista per effettuare gli opportuni controlli e per ricevere le ulteriori informazioni tecniche necessarie. 
La pressione di gonfiaggio, l’usura, i danneggiamenti sui fianchi, la conformità alla carta di circolazione, l’omologazione, ecc. sono verifiche che vanno eseguite da professionisti, cioè da rivenditori specialisti di pneumatici che conoscono le normative e che operano in conformità alle norme di legge.
Il “fai da te” sui pneumatici va evitato non solo perché vietato, ma soprattutto per ragioni di sicurezza. 

 


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